Fosse solo l’atomica ad avvicinarci al giorno del giudizio

Bulletin Anche quest’anno, come in quello passato, il mondo è a cinque minuti dalla sua autodistruzione. Lo conferma l’Orologio del Giorno del Giudizio, l’ipotetico (ma poi non così tanto) calcolo che ci separa dall’apocalisse nucleare, fatto dalle teste d’uovo del Bulletin of the Atomic Scientists.

 Il bollettino è stato creato nel 1947 dagli scienziati dell’Università di Chicago, molti dei quali avevano partecipato al Manhattan Project, la costruzione della prima bomba atomica. Presi da un lodevole senso di colpa, dopo gli orrori di Hiroshima e Nagasaki, prima loro e poi le generazioni successive di scienziati americani, ogni anno analizzano gli sviluppi tecnologici e la geopolitica mondiale. Quindi calcolano quanto il mondo si sia avvicinato o allontanato dal suo Armageddon.

  Il punto più basso, due minuti, fu nel 1953, quando gli Stati Uniti sperimentarono la prima bomba all’idrogeno e l’Urss entrò nel club nucleare. Il più alto nel ’91- 17 minuti -  con la fine della Guerra fredda. Come ogni anno, questo blog riporta le loro utili conclusioni.

   Cinque minuti, ammettono gli scienziati, non sono un granché. Soprattutto considerando “gli interessanti sviluppi” dell’accordo provvisorio sul nucleare iraniano, raggiunto prima che spirasse il 2013.

   L’ottimismo atomico (usato con parsimonia e citato sempre incrociando le dita) alimentato dall’accordo con l’Iran, è corroborato dai sette insospettabili Paesi che negli ultimi due anni hanno rinunciato a possedere la quantità di uranio e plutonio necessaria per costruire una bomba. Austria, Repubblica Ceca, Ungheria, Svezia, Ucraina, Messico e Vietnam ora possiedono meno di un chilo di quel materiale. I Paesi che continuano ad averne abbastanza per la bomba sono ancora 25 ma erano 52 nel 1991.

  Allora perché il bollettino resta così preoccupato?  In fondo il Doomsday Clock era a cinque minuti già l’anno scorso, quando un accordo sul nucleare iraniano sembrava impensabile. Gli scienziati spiegano che le buone notizie sull’atomo sono comunque dentro un contesto “business as usual”: l’atteggiamento politico soprattutto di Usa e Russia, non cambia e rende ancora difficile un nuovo accordo sulla riduzione degli arsenali nucleari.

  Ma non è tanto questo che preoccupa le teste d’uovo di Chicago. “Come sempre”, spiegano,” le nuove tecnologie racchiudono la promessa del bene, nuove fonti di energia pulita, la cura di malattie. Per esperienza, tuttavia, sappiamo anche che possono essere usate per assottigliare l’umanità e distruggere comunità. Possiamo governare le nostre tecnologie o diventarne vittime”.

  Per la prima volta dal 1947, dunque, la minaccia principale non è la Bomba ma i mutamenti climatici e, in generale, l’uso che l’uomo fa delle tecnologie. Non ci sono solo le bombe atomiche. Esistono, secondo gli scienziati anche altre “minacce tecnologiche: comprese le armi cibernetiche e i killer robots”. Da anni questi altri temi echeggiano nel ticchettio del Doomsday Clock: mai così tanto come quest’anno.

   E’ soprattutto l’uso perverso che facciamo della natura e delle sue risorse che preoccupa gli scienziati. “Sul cambiamento climatico, la scienza è chiara. Molte persone attorno al mondo stanno già soffrendo le conseguenze di tempeste distruttive, insicurezza alimentare e idrica, temperature estreme. Non è più possibile prevenire tutti i mutamenti climatici ma se agiamo ora, possiamo limitare ulteriori sofferenze”.

  Concludono gli scienziati americani: “La scelta è nostra e il Doomsday Clock batte il tempo”. 

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  • marco |

    sconsolante sapere che ci sono chiarissimi tutti i motivi per cui l’orologio può ulteriormente avvicinarsi alla mezzanotte, ma, con altrettanta insipienza non si fa veramente nulla (o poco e male) per tornare indietro.
    E con noi trascineremo buona parte degli esseri viventi.

  • carl |

    Indubbiamente non ci piove sul fatto che:
    – l’insicurezza alimentare ed idrica possa finire per favorire degli sviluppi ed iniziative assai pericolosi
    – analoghi, se non peggiori, sviluppi possono essere altresì favoriti dall’insicurezza laborale (insufficenti posti di lavoro per una crescente popolazione)
    E’ purtroppo assiomatico che il progredire della scienza e della tecnologia comporti/implichi un lato oscuro. Infatti, ogni conoscenza e tecnologia/applicazione tecnologica può essere usata a fin di bene o a fin di male, per curare o per ferire/uccidere. Dipende da chi la gestisca, come, quando e nei confronti di chi.
    Sarebbe interessante conoscere l’elenco dei 25 Paesi che dispongono di uno stock di plutonio/uranio sufficente per produrre uno o più ordigni.

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