La questione era capire se lo Spirito Santo avrebbe assecondato le dinamiche mondane della geopolitica del XXI secolo. Se cioè dall’alto avrebbe indicato un successore di Pietro lontano dall’Europa e dalla crisi dell’Occidente nella sua accezione più ampia, di fronte alle nuove potenze invece dinamiche ed emergenti.
Come si usa in questi tempi di riforme difficili, anche dal paradiso hanno fatto una scelta intermedia: un papa vicino ai poveri ma apparentemente non grande innovatore della Chiesa; non africano né asiatico ma latino americano, cioè del continente più simile e vicino all’Occidente; vescovo della più europea e meno latino-americana fra le capitali di quel continente.
A parte lo scontro di potere fra Curia romana e innovatori, della necessità di salvaguardare o modificare i dogmi, se la priorità dello Spirito Santo fosse stata solo geopolitica (l’influenza della cristianità cattolica nel mondo), scegliendo un papa africano avrebbe dato un’indicazione precisa: il futuro è lì. E’ proprio in Africa che in termini numerici di fedeli il cattolicesimo sta sconfiggendo la penetrazione dell’Islam. Anche se avesse scelto un pontefice latino-americano ma brasiliano, il dito di Dio nella Cappella Sistina avrebbe indicato un’alternativa a due millenni di Chiesa d’Occidente: il Paese più emergente e forse di maggior successo fra i Brics. Un’alternativa socio-economica e geopolitica piuttosto precisa.
Se, al contrario, la priorità fosse stata confermare il solido ancoraggio della cristianità all’Occidente, confidando che la sua crisi in termini di potere globale, prodotto interno e vocazione religiosa, sia solo un disagio passeggero, lo Spirito Santo avrebbe sicuramente scelto un papa del Nord America. Sarebbe stata una scommessa sul futuro: negli Stati Uniti il cattolicesimo è la fede che cresce di più. Nel 1906 i cattolici erano il 17% della popolazione, ora sono il 24 ma presto saranno maggioranza grazie agli immigrati dall’America Latina e ai loro figli che si moltiplicano.
Pensando al dopo Obama, perfino i repubblicani hanno trovato fra i latinos un possibile candidato presidenziale. Un presidente cattolico: nemmeno gli scandali sulla pedofilia potranno fermare questa marcia verso la più influente delle cariche temporali che esista al mondo.
Ma lo Spirito Santo ha deciso di prendere altro tempo, di assistere con un certo distacco alle confuse dinamiche della geopolitica. Mutatis mutandis, ha fatto come Barack Obama: un passo indietro dal palcoscenico internazionale per dedicarsi a rimettere ordine nei conti e nella disciplina di casa. A meno che la semplicità di papa Francesco non nasconda una personalità esplosiva che cambierà il mondo. Ma come farebbe ogni diplomatico di esperienza, questo lo Spirito Santo non lo ha rivelato.