Da Lincoln a Montanelli, passando per Churchill

indro“Non che questo rosso non sia appariscente. Ma è sempre meglio di quel bischero che aveva deciso di pittare d’oro la mia statua. Mi aveva scambiato per un Creso?”, avrebbe commentato Indro Montanelli. Sarebbe stato il primo a non dare importanza allo sfregio dell’altra notte a Milano, ai Giardini Montanelli che il Vecchio avrebbe continuato a chiamare col più neutro Giardini Pubblici.

Con una grande foto in prima, il Corriere della Sera scrive: “Oltraggio a Montanelli”. Sempre meglio del titolo che fece Piero Ottone il 2 giugno 1977, quando Montanelli fu gambizzato in quegli stessi giardini, a due passi da dove sarebbe stato eretto “l’eccessivo sacrario” (parole del Vecchio, sono certo che le avrebbe dette). “I giornalisti nuovo bersaglio della violenza”, scrisse il Currierun. Il nome di Montanelli apparve solo nella seconda riga di sommario. In quegli anni anche le parole erano di piombo.

“Acqua passata”, direbbe Montanelli che ha sempre amato il Corriere più di quanto il Corriere amasse lui: noi ragazzi del Giornale siamo sempre stati solo i suoi figli minori. “Spazio sprecato”, avrebbe poi aggiunto riguardo alla fotona a colori in prima dello sfregio di sabato notte.  Montanelli avrebbe da ridire anche sull’indagine aperta dalla Digos: “Suvvia, andiamo, han ben altro di cui occuparsi”. Aveva perdonato i terroristi che lo avevano gambizzato. Figuriamoci se non lo farebbe anche con…. Già, come chiamarli questi? “E’ stata una ragazzata”, avrebbe aggiunto lui, alzando la mano affilata che indicava: discorso chiuso.

Ma noi un nome a questi dobbiamo cercare di darlo. Sentinelli sembra buono: è come Balilla o Giovani Pionieri del Socialismo. Indica la presunzione di essere per conto dell’umanità un presidio di verità e giustizia. Anche se di sponda opposta, sono uguali a quei razzisti che preferiscono votare Lega.

Essendo una questione tra noi milanesi e un toscano diventato più milanese di noi, un bonario “pirloni” sarebbe perfetto. Ma credo che “ciuccioni”, cioè asini, sia più rispondente ai doveri imposti dal diritto di cronaca. Ciuccioni come quelli del “6 politico” dei miei tempi; militanti che in questo caso non pensano di dover studiare la storia perché delle vicende degli uomini e dei popoli interessa solo ciò che serve. Negli anni Trenta, quando aveva 25 anni ed era ufficiale, Montanelli aveva sposato una ragazza eritrea di 12 anni. Lo raccontò lui stesso nel 1969 in una trasmissione televisiva. In studio c’era Elvira Banotti, una famosa femminista, italo-eritrea, che massacrò Montanelli, accusandolo di stupro. Lui ne uscì molto male, ammise e si scusò.

Montanelli da giovane era anche stato fascista, poi finì nelle carceri fasciste perché la vita personale di un uomo dentro la storia collettiva degli uomini è un dedalo, non un rettilineo. A meno che non ci si chiami Hitler o Stalin. George Washington e Thomas Jefferson avevano schiavi ma crearono una nazione che con tutti i suoi difetti, è anche un’idea.

L’Indro Montanelli che ho conosciuto io, da vicino per 15 anni, era il giornalista italiano più libero che abbia mai conosciuto anche nei 26 successivi di carriera. Si negava ai Craxi e De Mita, per pranzare con noi ragazzi. Una volta per evitare Giovanni Spadolini in visita inaspettata, restò chiuso per un’ora nel bagno del Giornale. Quando le sue opinioni erano sbagliate, riprendeva la portatile per ammetterlo e scusarsi con i lettori.

Il Giornale di Montanelli era di destra, io no. Ma prima ancora che di giornalismo, quella redazione è stata per me una scuola di educazione civica: eravamo gli unici a dire molte cose scritte nella Costituzione e sancite dalle leggi democratiche. Quel paternalismo selettivo della Cronaca milanese, dove ho incominciato da abusivo (allora i senza contratto li chiamavano così) mi ha insegnato un mestiere.

Mi conforta – o forse mi dispiace- che i Sentinelli non siano solo in Italia. A Londra hanno imbrattato la statua di Winston Churchill: in effetti aveva chiamato “fachiro seminudo” il Mahatma Gandhi, ma aveva anche salvato il mondo dal Nazismo. A dimostrazione della bontà della definizione di ciuccioni, hanno violato anche la statua del Mahatma. Perché allora non abbattere quella di Madiba Mandela? Gli scontri razziali fra Xhosa (la sua tribù) e Zulu furono abilmente usati dai boeri per giustificare e perseguire l’apartheid sudafricano. Infine, se le cronache non esagerano, sarebbe stata assaltata anche una statua di Abraham Lincoln: un’operazione da super-ciuccioni.

Cari ragazzi – sperando che non siate invece dei pensionati annoiati – la vita di una donna o un uomo è più complicata di quanto crediate, col tempo lo scoprirete. E studiate la storia. Farlo non vi garantirà un posto di lavoro come studiare alla Bocconi: ma vi aiuterà a capire il presente e forse anche un po’ del futuro che vi aspetta.

 

Ps – Visto che si dovrà ripulire la statua, si potrebbe togliere anche  quell’orribile color oro da satrapo asiatico? Me lo ha chiesto il Vecchio in sogno.

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