I furbetti del coronavirus

nuotoI vigili di Verona hanno denunciato una persona che nuotava nell’Adige. Anch’io sono un nuotatore: prima di tutto questo scendevo in vasca quasi ogni giorno. Mi mancano i “millecinque”: la respirazione ritmata dalla bracciata che si distende nell’acqua, i galleggianti della corsia che sfilano veloci; la capriola, lo scivolo e via, bello allungato verso un’altra vasca. Una vasca dopo l’altra, gli ultimi 500 metri più veloci dei primi due perché anche se hai superato i 65, se sei stato un atleta lo spirito assassino della gara non passa mai.

Eppure quel nuotatore nell’Adige è un cretino, un furbetto del coronavirus. Non l’unico, sfortunatamente, e nemmeno della peggiore categoria. Sulla scena internazionale ce ne sono alcuni che, sfruttando la disattenzione causa virus in ogni governo, ogni comunità in ogni continente, persegue la sua agenda di potere come se il mondo fosse sempre lo stesso. Come il nuotatore di Verona, si fa i fatti suoi ma in una dimensione infinitamente più vasta e pericolosa.

Doveroso anche se scontato, menzionare il dittatore della Corea del Nord. Se esistessero gare di questa specialità, il giovane Kim Jong-un sarebbe sempre in zona medaglie. Il 2 e 9 di marzo, mentre la Corea del Sud combatteva la battaglia decisiva per fermare il contagio, lui testava missili balistici. I KN-25, della stessa categoria dei precedenti lanci, ma più letali, non hanno l’ambizione di colpire il lontano territorio americano: sono di breve gittata, il loro obiettivo è la Corea del Sud. E’ dunque ancora più disumano testare quei missili nel momento in cui i vicini erano aggrediti dal virus. Per quanto sia il paese più isolato del mondo, è impensabile che la Corea del Nord sia stata risparmiata dal Covid-19. Ma il giovane Kim spara i suoi missili: come un atleta mediocre che scende in vasca sapendo che gli avversari sono tutti a casa con l’influenza.

In questa gara di furbi una menzione la merita Bibi Neteanyahu che riesce a fare cose antidemocratiche in un paese democratico. Anche dopo la terza elezione in meno di un anno, il premier israeliano non riesce a formare un governo nazional-religioso. Il presidente della repubblica Reuven Rivlin affida il compito a Benny Ganz che sembra avere più possibilità. L’idea di uscire di scena dopo 11 anni ininterrotti di potere, rende Bibi ancor meno rispettoso delle regole di quanto già non fosse prima. Il ministro della Giustizia del suo governo uscente, chiude i tribunali. Causa coronavirus, naturalmente non per altre ragioni, il processo per corruzione contro Netanyahu che doveva svolgersi in questi giorni, è rimandato a giugno. Intanto il presidente del parlamento, altro uomo di Bibi nominato dai deputati della precedente elezione, non dell’ultima, sospende i lavori dell’assemblea e impedisce la formazione delle nuove commissioni necessarie per far funzionare legislativo ed esecutivo. Come dargli torto, c’è il coronavirus.

Ma il maestro della specialità “Mi Piace Vincere Facile”, il nuotatore olimpionico delle lunghe distanze è lui, l’imbattibile Vladimir Vladimirovich Putin. Il suo problema era come restare al potere oltre il 2024, quando ogni possibile escamotage legale e costituzionale sarebbe venuto meno. Ma ecco che appare l’ex astronauta Valentina Tereskova. L’eroina del socialismo e ora della Russia di Putin, parlamentare di 83 anni, dice: “Data la sua enorme autorità, Putin è un fattore di stabilizzazione per la nostra società”. Perché dunque cambiarlo? Cambiamo piuttosto le leggi. La saggezza di Forrest Gump. L’intero parlamento approva e un referendum popolare ad aprile confermerà. Per quanto riguarda i deputati, Vladimir Vladimirovich potrà restare al potere fino al 2036, quando avrà 83 anni come la Tereskova. A quella data, Putin avrà governato per 36 anni: solo Pietro il Grande fece di più, 43 anni. Ma non è detto che prima del 2036 un’altra Tereskova non proponga qualcosa.

La lotta al coronavirus richiede stabilità politica e ordine. Ma le parole definitive sono di Kostantin Dolgov, un altro deputato: il potere a vita di Putin “è una decisione che davvero conferma l’aderenza del nostro presidente alle fondamentali basi democratiche del nostro paese”. Gogol non avrebbe saputo scrivere di meglio. A causa del coronavirus le stesse autorità che lesinano trasparenza sull’epidemia, sono state costrette a vietare ogni manifestazione con oltre 500 partecipanti. E se il virus continuerà, si dovrà rinunciare anche al referendum di aprile.

 

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