In tanti abbiamo provato quasi un moto di tenerezza, vedendo il giovane Mohammed bin Salman, detto MbS, solo ed evitato da tutti i partecipanti al G20 di Buenos Aires, la settimana scorsa. Povero principe Calimero. Per fortuna ci ha pensato Vladimir Putin, noto per il suo cuore tenero, che con un grande sorriso gli ha dato pubblicamente un amichevole cinque.
Forse gli avrà anche spiegato come togliere di mezzo i giornalisti scomodi senza farsi scoprire. Vladimir Vladimirovic ha una certa expertise.
Al-Monitor, il sito internazionale sul Medio Oriente, sostiene che dopo l’assassinio di Jamal Khashoggi al consolato di Istanbul, mai l’Arabia Saudita era stata così isolata dalla comunità internazionale. Bisogna andare indietro al 1973, dice Al-Monitor, all’embargo petrolifero contro gli occidentali che avevano sostenuto Israele nella guerra del Kippur. Ma l’ostilità di allora per re Faisal fu solo dei paesi occidentali e nessuno poté nascondere che alla fine quell’embargo era stato il primo grande trasferimento di ricchezza dal primo mondo a un paese in via di sviluppo: finalmente il prezzo del barile non veniva più definito dalle Sette Sorelle ma dai sauditi.
Infine chi si opponeva all’embargo chiedeva a re Faisal di annullarlo, non di abdicare. Il mondo tirerebbe invece un sospiro di sollievo se il principe ereditario Mohammed bin Salman facesse un passo indietro, dando spazio a uno dei numerosi cugini della pletorica famiglia reale.
E’ possibile che fra 7mila principi di casa al-Saud non ce ne sia uno che possa prendere il suo posto? In teoria si ma il giovane Mohammed, purgando o arrestando, ha tolto di mezzo tutti i possibili concorrenti. Da quando il padre lo aveva nominato vice-principe e poi principe ereditario, il giovane si è dedicato alla conquista dell’apparato di scurezza: polizie, intelligence e forze armate, il vero e solo centro di potere assoluto di tutti i sistemi politici del mondo arabo.
Data la longevità della famiglia reale, il pericolo per la regione e il mondo è che un paese decisivo come il regno saudita possa essere governato per il prossimo mezzo secolo da MbS. Nel mercato petrolifero da decenni l’Arabia Saudita garantisce equilibrio e stabilità: nel valutare il prezzo del greggio ha sempre tenuto conto degli interessi degli altri, delle condizioni dei mercati e della geopolitica. Il futuro re farebbe lo stesso o userebbe le ricchezze del suo paese come un ariete per imporre le sue insostenibili ambizioni regionali? Forse è anche temendo questo che la settimana scorsa il Qatar ha deciso di uscire dall’Opec.
L’unica speranza rimane l’isolamento internazionale al quale è sottoposto Mohammed. Non solo al G20. Anche in Medio Oriente, nonostante i soldi a fondo perduto che da sempre i sauditi distribuiscono. MbS non è stato ricevuto dal re marocchino né dal presidente algerino. All’ipotesi di una visita ad Amman, l’opinione pubblica giordana si è sollevata.
Lo stesso senso di disgusto cresce anche a Washington, fra gli alleati storici dell’Arabia Saudita: sia democratici che un numero crescente di repubblicani, dopo avere ascoltato a porte chiuse la relazione di Gina Haspel, direttrice della Cia. Il coinvolgimento di Mbs nell’omicidio di Khashoggi, è sempre più evidente. Perfino Donald Trump al quale a Buenos Aires sarebbe piaciuto dare un cinque al saudita, come Putin, è costretto a tenere le distanze.
Qualche giorno fa, dopo lunga assenza, è rientrato a Washington l’’ambasciatore saudita Khaled bin Salman, fratello minore di Mohammed. Il giovane è una figura sempre più inadeguata e imbarazzante nella capitale degli Stati Uniti. Sarebbe stato lui a dire a Khashoggi di presentarsi senza problemi al consolato saudita di Istanbul, dove il giornalista dissidente doveva richiedere dei documenti. Khaled nega. Ma da Washington il giovane ambasciatore era partito a ottobre, nei giorni in cui scoppiava il caso, e non era più tornato fino a qualche giorno fa. Come non fosse successo nulla: perché al mondo c’è chi non ha vergogna di niente.
http://www.ispionline.it/it/slownews-ispi/
Allego l’obituary di George Bush e il commento sulle tensioni Usa-Russia in Europa, usciti in questi giorni sul sito del Sole 24 Ore.