Don Camillo, Peppone e l’Ucraina

don camilloUna delle bufale meglio confezionate nello scontro Est/Ovest sull’Ucraina, è quella nazi-fascista. Gli ucraini, è l’accusa, sono tutti nazisti. Non solo. Poiché i Paesi baltici sono l’avanguardia anti-russa del fronte occidentale, anche loro sono evidentemente dei nazi. E avendo loro aperto le porte della Ue e della Nato, ora ci ritroviamo le SS in casa.

Posto che frange naziste – le quali effettivamente esistono sia in Ucraina che fra i baltici – non fanno di un Paese un covo di estremisti, il problema c’è ma è generale. In Svezia gli xenofobi hanno preso il 13%. In Germania Angela Merkel ha sentito il bisogno di chiudere la settimana della cultura ebraica, ricordando ai suoi concittadini che l’antisemitismo non può e non deve più essere presente in Germania. M.me Le Pen, alleata di Matteo Salvini, l’autarchico lumbard, si candida alla guida della Francia.

Mi duole infine ricordare ai simpatizzanti del campo putiniano la tradizione antisemita russa – a fatica superata dai campioni polacchi – e la rumorosa presenza nella stessa Duma moscovita dei nazional-fascisti. Non mi spingo a dare del fascista a Putin ma se dovessimo collocarlo in una scala di valori fra 1-fascismo e 10-democrazia, faticheremmo in molti a farlo andare oltre il 3.

Alcuni saranno stati tratti in inganno dalla falce e dal martello che ancora garrivano nelle bandiere e sulle facciate degli edifici pubblici di Donetsk e Lugansk. Anche l’Aeroflot continua ad averli sulle fusoliere dei suoi Boeing. Il comunismo o la “sinistra” non c’entrano. E’ un simbolo identificativo della storia russa, uguale all’aquila bicipite zarista a due teste, oggi riutilizzata come emblema presidenziale. Di socialista nella Russia di Putin non c’è più nulla.

Dico questo perché il dibattito italiano sull’Ucraina si è trasformato in uno scontro tipo Don Camillo e Peppone come negli anni d’oro di Brescello e della Guerra fredda. Allora la faglia era ideologica, oggi il fronte anti occidentale è molto più complesso da descrivere. Se sfogliate il Manifesto e Il Giornale di queste settimane, li troverete sulla stessa linea duramente pro-Russia: il primo ancora per un retaggio ideologico, il secondo perché Berlusconi è amico di Putin. Tra gli uni e gli altri c’è posto per i sostenitori della cospirazione ebraico-americana, i terzomondisti, gli anti-europeisti e quelli che stanno perdendo un sacco di soldi a causa delle sanzioni.  A proposito, questa settimana la Frankfurter Allgemeine, citata da Agenzia Nova, sosteneva che le sanzioni di Putin contro i prodotti occidentali sono un flop. Il parmigiano venduto come “made in Belarus” continua ad essere italiano.

Partecipando in questi mesi a diversi dibattiti sull’Ucraina, ho sperimentato la vastità e la determinazione di questo fronte eterogeneo. Era come andare a quelli su Israele e Palestina, dove se dici “..però anche gli israeliani hanno le loro responsabilità…”, i simpatizzanti d’Israele ti danno immediatamente dell’antisemita; e se sottolinei gli errori dei palestinesi, per i loro sostenitori non sei altro che un sionista razzista.

Nei fan di Putin ho trovato la stessa insofferenza per le ragioni degli altri. Annuivano fino a che ricordavi il troppo rapido e forse inutile allargamento a Est della Nato, il legame millenario della Russia con l’Ucraina, il disinteresse occidentale verso l’orgoglio ferito russo, l’inadeguatezza machista di Rasmussen, fortunatamente ancora per poco alla segreteria dell’Alleanza Atlantica. Ma non appena incominciavo a giudicare il comportamento di Putin, a cavallo fra un imperialismo da XIX secolo e uno da XX, era come se non avessi mai fatto quelle doverose premesse: automaticamente venivo collocato in un’area poco a sinistra di John Wayne in “Berretti Verdi” e a destra della Cia.

Ho l’impressione che i 12 punti dell’accordo di Minsk aprano la strada alla vittoria di Putin nella partita ucraina: il disinteresse con il quale Poroshenko è stato accolto a Washington e il cessate il fuoco definitivo di oggi, vanno in quella direzione. La Crimea resterà russa e l’Est dell’Ucraina è sulla buona strada per tornarci.  In fondo è giusto così: la Russia ha dimostrato di tenere all’Ucraina molto più di noi europei. Ma quando ho parlato di vittoria russa a un dibattito recente, è stato come avessi svelato di essere sul libro paga dell’ambasciata americana di via Veneto. Quale vittoria di Putin?, è stata la reazione. Tutta l’Ucraina deve rientrare nella sfera d’influenza russa (così attraente per trasparenza di regime e successi economici, n.d.r.). Che importa degli ucraini dell’Ovest? Sono tutti fascisti.

  • erica |

    In questo articolo, credo, Tramballi abbia ragione sulla radicale divisione di opinioni tra “pro Israele” e “pro Palestinesi” oppure tra “pro Maidan” e “ pro Russi”, che spesso pare piu’ un tifo da stadio, che un onesto tentativo di una valutazione obbiettiva della situazione.
    Ma tra le ragioni di uno o dell’altro, restano secondo me, dei nudi fatti da tenere in più alta considerazione.
    1) Israele è il contendente militarmente piu’ forte nel conflitto. Si vede dal numero di morti e dalla devastazione che riesce a causare. Inutile dire che la forza “si sfrutta” , ma era proprio quello che la storia ha condanato quando questo avveniva contro degli ebrei.
    2) La prima cosa che ha fatto il governo Ukraino instauratosi con l’aiuto occidentale, e non proprio legalmente, era di voler vietare la lingua russa ai russi della Ukraina ed esprimere la disapprovazione verso quei cittadini ukraini, che non condividevano il loro amore per l’occidente, del tutto legittimo per tutti quelli che lo condividevano.
    Tant’è, che i cittadini che non volevano stare con l’occidente sono diventati terroristi, secessionisti e meritavano che contro di loro venissero mandati, niente meno, che l’esercito Ucraino, l’esercito del loro paese! Cosa che ancora pochi mesi prima veniva intimata di non fare al presidente Janukovic, definendo un’azione simile, giustamente, come inamissibile, criminale e contro il proprio popolo.
    Lei alla fine del suo articolo scrive ironicamente: ”Che importa degli ucraini dell’Ovest? Sono tutti fascisti”.
    Le pare che dopo quasi 3000 morti e la devastazione all’Est dell’Ucraina la domanda potesse essere al contrario: “ Che importa degli ucraini dell’Est”? “Sono tutti teroristi-russi”?
    Mi perdoni sign. Tramballi, noi comuni citaddini non capiamo piu’ perchè certe cose sono “giuste” e qualche tempo dopo, non lo sono più a secondo della parte in cui ci schieriamo noi – potente occidente! Perchè noi prima apoggiamo il soggetto A contro B, poi combattiamo A con l’aiuto di C e dopo anche C viene da noi combattuto in alleanza con B. Tutto questo “combattere” lontano dalle nostre frontiere, descritto da noi come indispensabile per la nostra sicurezza, con la sofferenza infinita di tanta gente lontana da noi, senza risultati per nessuno, salvo per chi vende le armi e sguazza nel caos e tra i piccoli poteri divisi.
    Tutto questo avviene nella grande indifferenza generale di noi privilegiati e benestanti, che veniamo ogni giorno convinti di quanto siamo civilizzati e democratici. Di quanto invece gli altri siano crudeli e selvaggi. Certo che non ci fanno vedere le conseguenze delle bombe “democratiche”, i corpi dilaniati non fanno parte delle notizie dei nostri media, ma credo che tutti intuiscano che le bombe non sono caramelle che fanno la gioia dei bambini.
    Non c’e’ un condanna ufficiale della devastazione e della morte causata da giorni di bombardamento israeliano in Gaza ma ci sono sanzioni pesantissimi contro la Russia, che aiuta gli “odiati russi-cittadini ucraini” dell’Ukraina, contro l’esercito di Kiev.
    Tutto questo disorienta noi cittaddini comuni della UE. A che tipo di valori dobbiamo credere, che tipo di valori e ideali dobbiamo seguire? Siamo in grado di parlare delle nostre responsabilità? Ideali e valori morali servono!

  • carl |

    La terminologia fascisti/nazisti nella storia umana risale al XX secolo, mentre il fenomeno e la percentuale di coloro che, nel migliore dei casi e della moderazione, hanno come dio il bastone, il manganello, ecc. risale alla notte dei tempi..
    E se Lei dott Tramballi avesse ragione nel dire/opinare che “attualmente in Russia non c’è nulla di socialista..” potrebbe voler dire che:
    a)visti e considerati i problemi da varia natura accumulati & irrisolti sul tappeto e
    b) la diffusa & onnipresente mediocrità di “decisori”, “élites”, politici e quant’altri ovunque esistente..
    Beh, c’è da aspettarsi che come già avvennne nella prima metà del secolo scorso, ci si affidi/si dia in appalto la “governance” al “bastonismo”.. E, dati i mezzi e prassi attuali, con prospettive da “1984” più “La fattoria degli animali” di Orwell..
    Quanto all’Ucraina va da sè che era meglio se rimaneva tutta “stato cuscinetto”, almeno fino a prospettive più ragionevoli di quelle derivate dall’aver promosso la NATOTANIZZAIONE dell’Europa dell’Est europeo, accerchiando la Russia.
    Basterà l’enclave di Kalynin ed ilcuscinetto dell’Ucraina dell EST..? Una UDR, come la DDR..:o) fino ad una futura riunificazione..:o) ? Mah..? difficile a dirsi.
    Speriamo bene. Ed in primis che l’Ucraina paghi il gas di cui abbisogna (e pure l’UE) e non fra alcuni anni, ma il prossimo inverno.

  • luigi geninazzi |

    caro ugo, purtroppo la propaganda dle Cremlino ha fatto breccia nell’opinione pubblica europea, in particolare in coloro che si definiscono di destra e considerano Putin un difensore dei valori tradizionali e cristiani, con un forte senso dello Stato ed una chiara visione egemonica. Io credo che la ragione di questo sovvertimento non stia tanto nella questione ucraina ma in casda nostra: l’Occidente odia se stesso, non soltanto la leadership politica incongruente e ondivaga della Ue e di Usa ma anche la propria tradizione di libertà e di democrazia, fino al punto di abbracciare con enutsiasmo un leader autoritario, arrogante e violento. Non è un caso se in Italia l’uomo che parlava (a vanvera) di rivoluzione liberale è l’imbarazzante sodale di Putin.

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