Il Grande Caos

caosNotizie dell’ultima settimana. Conflitto sempre più aperto fra Israele e Iran, in Siria; due presidenti a Caracas; nuove minacce russe su Narva, Estonia.

Apparentemente niente di buono sotto il sole ma nemmeno di nuovo: è difficile trovare negli annali un momento nel quale il mondo sia stato armoniosamente in pace, da un polo all’altro. Ma il quadro globale dentro il quale agiscono riformatori e provocatori, santi e guerrieri, deboli e forti, leder eletti, dittatori e cialtroni, è molto cambiato rispetto agli ultimi settanta e passa anni: oggi assomiglia a quella condizione di caos sempre meno controllabile che ha preceduto i grandi conflitti.

Una buona spiegazione di tutto questo l’ha data al World Economic Forum di Davos Fang Xinghai, il vicepresidente della più importante agenzia governativa cinese di regolamentazione del mercato mobiliare: “Dovete capire che la democrazia non funziona molto bene. Nei vostri paesi avete bisogno di riforme politiche”. Sappiamo anche noi in Occidente che occorre mettere mano al sistema, rinnovarlo, democratizzarlo ancora di più sul piano politico e sociale. Anche se le riforme di cui abbiamo bisogno non sono esattamente quelle che Fang ci esorta ad abbracciare: per esempio prendersi la libertà di rinchiudere in campi di rieducazione più di un milione di musulmani dello Xingjiang.

La dichiarazione del cinese è importante per un’altra ragione: constata che la contrapposizione fra mondo liberale e illiberale è tornata a livelli pericolosi; che il secondo è all’assalto del primo con la convinzione d’impadronirsene; che nel nostro fronte democratico ci sono crepe e tradimenti sempre più manifesti; che nel mondo illiberale ci sono dittatori determinati (del resto è una caratteristica del satrapo che non deve rendere conto a nessuno) e in quello liberale leader disorientati.

Riprendiamo i citati casi della settimana. Mai Israele aveva ammesso così chiaramente di avere bombardato postazioni iraniane in Siria e di aver compiuto incursioni con i suoi reparti speciali. Forse perché Bibi Netanyahu è in campagna elettorale – si vota ad aprile – e perché pende su di lui un possibile procedimento per corruzione. Ma in Israele non sempre le guerre garantiscono consenso nell’urna. E’ più probabile che Netanyahu abbia agito perché i russi non sono capaci di tenere gli alleati iraniani lontano dai confini israeliani; e perché pensa che gli americani non siano più un alleato credibile in Medio Oriente, quindi bisogna fare da se. In sostanza, gli attori locali si sentono più liberi di agire in assenza di arbitri che dovrebbero negoziare e spingerli alla moderazione.

Questa assenza di arbitri –o, peggio, a volte il loro coinvolgimento in modo sbagliato –  è ancora più evidente e pericoloso negli altri due episodi della settimana. Se il regime dispotico e incapace di Nicolàs Maduro cadesse domani, sarebbe sempre troppo tardi. Ma come se ne esce ora che Juan Guaidò è diventato l’altro presidente, sostenuto dal mondo democratico, e in soccorso di Maduro sono corsi russi, cinesi, turchi, cubani e populisti? (Nell’autunno 2017 il sito dei Cinque Stelle esaltava il modello economico russo-cubano). E se il Venezuela di Maduro e dei generali incomincia a reprimere l’altro Venezuela, Trump come sosterrà Guaidò?

Ugualmente pericolosa è la situazione a Narva, città estone a maggioranza russa e al confine con la Russia. C’è il pericolo che Mosca voglia ripetere il colpo di mano dell’annessione della Crimea. La differenza è che l’Ucraina non era un membro della Nato, l’Estonia si. Forse Putin pensa sia venuto il momento di tastare la profondità del disprezzo di Donald Trump per l’Alleanza atlantica e la Ue: isolazionismo e sovranismo che sempre al Forum di Davos Mike Pompeo, il segretario di Stato americano, ha di nuovo teorizzato ed esaltato.

E’ comprensibile che tutta questa gente, governo italiano compreso, abbia riempito di critiche e d’insulti il trattato franco-tedesco di Aquisgrana. Avere ribadito i legami continentali nella città dove da oltre mille anni gli europei sanciscono la fine le loro guerre, è stata la prima concreta reazione dell’Occidente all’illiberalità che lo assedia da fuori e da dentro. L’Unione si salva incominciando a creare velocità diverse: è giusto che i due paesi storicamente leader del movimento europeista vadano avanti nella costruzione di un continente davvero unito ed efficiente. E’ magnifico che finalmente la Francia pensi di rinunciare alla sua presunzione di sentirsi la potenza militare che non è. Che senso ha aspettare la piccola Europa egoista di Visegrad; sopportare le contorsioni italiane che iniziano sempre un’impresa con una parte e la concludono con quella opposta; continuare a stare con quelli che guardano a Putin come a un modello da seguire?

 

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  • Aladdin0500 |

    L’articolista non fa mai riferimento al diritto internazionale (commentatore di politica estera?), unica stella polare, per quanto imperfetta, in un mondo caotico. Talvolta è utile ricordare che la legge internazionale fa divieto di interferire nelle vicende interne di un altro paese. Se l’estensore dell’articolo usasse tale criterio, lasciando da parte opinioni di stampo apodittico, scoprirebbe che a) Israele non ha titolo per dire ad Assad chi devono essere i suoi amici; 2) Donald Trump non ha titolo per dire chi deve essere il Presidente del Venezuela. Sul caos mediorientale poi com’e’ possibile riferirsi agli Stati Uniti (senza peraltro nominarli, forse per pudore) come l’“arbitro”, quando icaos in Medio Oriente è dovuto in gran parte alla politica imperialista americana, altro che arbitro! Le tragedie mediorientali non sono una partita di calcio, ma il prezzo che quei popoli pagano alla bulimia di potere e di profitti dell’impero americano.
    Quanto infine al “Trattato di Acquisgrana”, salta agli occhi che il direttorio franco-tedesco se ne infischia del punto di vista degli altri 25 partners, figuriamoci dei loro legittimi interessi . Stupisce non poco che un giornalista italiano stia dalla parte di Francia e Germania che secondo lui si comportano da “europei”, dimenticando di citare ad esempio le mire tedesche al seggio nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, che negano anche plasticamente ogni prospettiva di unificazione politica europea (ecco dove sono i sovranisti!). Povera Italia!

  • Dmitry |

    Che ipocrizia trattare la Russia come una minaccia alla pace sotto l’immagine dell’ennesima croisade occidentale contro la Russia, battaglia di Borodino, o Moscova, il 7 settembre 1812: https://journal-neo.org/2018/03/08/why-the-west-cannot-stomach-russians/

  • carl |

    Dopo la lettura del Suo nuovo pezzo, nel mio sottobosco neurale gli spunti spuntano come funghi..:o)
    Ebbene, se un certo livello di caos politico-piazzaiolo-congiunturale, ecc. ha preceduto i conflitti, specie nel secolo scorso, dovremmo chiederci quale magnitudine raggiungerebbe quello che seguirebbe ad un conflitto nel quale vi fosse un massiccio ricorso ai mezzi ereditati da quello del 1939-45..? Ma anche di uno in cui ci fosse un limitato/circoscritto ricorso a detti mezzi.. Mezzi, peraltro, ulteriormente sviluppati e moltiplicati fino ad oggi…?
    Va notato come molti siano tutt’ora convinti che il succitato e maledetto conflitto sia scoppiato per non aver voluto mostrarsi fermi dinanzi all’aggressività nazista.. Senonchè è possibile chiedersi se il maledettissimo/possibile/probabile conflitto prossimo venturo finisca per aver invece luogo per essersi voluti mostrare troppo fermi per una “Danzica, Narva o quant’altro..”. Aggiungo, en passant, di essere convinto che una frase recitata secondo copione da D.Washington nel pregevole film “Crimson tide” dovrebbe figurare in caratteri cubitali sul frontespizio del palazzo dell’ONU, sia a N.York che a Ginevra. Quale?”
    “Oggi è la guerra stessa ad essere il nostro nemico”.
    Infine Lei sembra essere convinto che l’area mercatistico-liberale, ecc.sia minacciata dall’esterno..Io invece ho presente sia l’antica massima che “l’abuso della libertà conduce alla tirannia..”peer non parlare degli effetti della tutt’ora diffusa mancanza di cultura,istruzione, ecc.delle varie cittadinanze. Sicchè è forse possibile tassativamente escludere che, di fronte ai tanti e grevi problemi accumulati & irrisolti, anche i decisori del capitolo liberale/neo-liberale, ecc. possano arrivare a decidere di “laisser-faire, laisser-passer” cioè non dimostrarsi fermi dinanzi agli eccessi dei cosiddetti populismi et similia..? Sia pur ripromettendosi, ovviamente, di riesumare più tardi la libertà di espressione, ecc e così pure la ricerca della felicità, e via dicendo.. Chiudo con un di brevissmo riferimento a quel Suo accenno all’ipotesi di una UE a velocità diverse.. Ma se ad Aquisgrana si è formato un euro-nucleo duro, o una decostruzione o una ristrutturazione dell’UE, si vedrà. Quanto alla “presunzione” francese basata (come il RU) su di una”force de frappe” ed una manciata di sottomarini nucleari, che dire se persino una assai meno armata N.Korea è in grado di preoccupare non poco…?

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